Ipad, Grandi Rifiuti e suggestioni

Ieri mi sono trovato per la prima volta all’interno di un Apple Store (io sono uno di quelli che si sente un rivoluzionario a non possedere le Apple-cose). Ero lì per fornire un supporto tecnico ad una amica intenzionata ad acquistare un Ipad Mini. Volendo risparmiare qualche euro ed essendosi accuratamente informata, ha scelto di acquistare la versione 2, anche chiamato “Retina”. La commessa ci ha indirizzato inizialmente verso i modelli più recenti, illustrandoci le loro caratteristiche.

Quello che mi ha colpito è che la commessa, poco prima di afferrare le effettive esigenze della mia amica, le aveva descritto i modelli di vecchia generazione come oggetti vetusti e dalle modeste capacità di calcolo, per poi ribaltare immediatamente la sua versione e descrivere il prodotto prescelto come un valido compromesso, che tutt’al più era privo di qualche accessorio la cui presenza non era poi così determinante.

Ero lillì per dirle una roba del tipo: «Scusi, ma allora vuol dire che l’anno scorso ci vendevate una roba con scarso potere di elaborazione a prezzi da alta tecnologia?», ma alla fine che importava? la commessa, molto simpatica, era concentrata ed entusiasta e la mia amica era soddisfatta della sua scelta.

Perché ci vengono vendute suggestioni, il  prodotto ad esse collegate è poco importante. È la suggestione la vera padrona del desiderio.

Negli ultimi due  giorni non si è fatto altro che parlare del Grande Rifiuto di Virna Lisi alla proposta di una brillante carriera Hollywoodiana come del momento più alto della vita di questa donna straordinaria. Particolare che personalmente ignoravo e come me molti altri, eppure una volta saltata fuori questa notizia ho letto sperticate e numerose lodi per questa sua decisione.

«Grande Virna, tu si che hai avuto coraggio!», «Che donna! Che donna!»

Ma quindi, quelle che invece la carriera a Hollywood l’hanno fatta come le dobbiamo considerare? Tipo che se domani mi muore una Meryl Streep che cosa leggeremmo nei post commemorativi?

Niente, che è stata una grandissima attrice con una grandissima carriera. E se Virna Lisi avesse accettato di lavorare negli Stati Uniti? Niente! L’avremmo celebrata per aver portato l’orgoglio italiano all’estero.

Il giudizio è intercambiabile, quello che conta è che dietro ci sia una storia e, quindi, una suggestione.

E le suggestioni sono potenti, tanto da fregarmene se la commessa, un secondo prima, mi ha detto che se compravo quel prodotto sorpassato ero un loser e un attimo dopo mi dice che non potevo fare scelta migliore. Mi hai venduto una suggestione, ti stimo sorella.

Siamo così poco abituati a scendere ad un più profondo livello critico che caschiamo facilmente nei tranelli della comunicazione.

Del personaggio famoso che muore. Quello di cui ci importa è avere la nostra dose di suggestioni. Io voglio quel cazzo di Ipad! Sì, intendo proprio io, nonostante affermi che non mi interessa in realtà lo voglio, però dico di non volerlo perché questo mi fa sentire non allineato alla massa. Ed è una stronzata, perché sono allineato quanto tutti gli altri. Seguo schemi mentali e comportamenti che solo con grande fatica riesco a dominare in parte. Al massimo posso fare finta di non sapere dove il mio conformismo si manifesta.

Le storie che ci vengono raccontate sono il veicolo delle suggestioni, un po’ come lo starnuto è veicolo del virus influenzale. Ecco perché le storie ci piacciono così tanto, perché ci fanno vivere in prima persona le vite degli altri, almeno per il tempo di una pagina (o di un libro). È l’astronave che ci conduce negli infiniti universi delle vite altrui. Da quella posizione lontana ed elevata possiamo osservare la nostra vita da una prospettiva diversa, in un atto intimo, privo di giudizi esterni, che poi sono proprio quelli che ci feriscono.

Ma è necessario essere critici, alternare la bellezza dello stupore, al rigore del pensiero analitico. Altrimenti si finisce per credere alle suggestioni negative, alle diete che promettono miracoli, così come alle cure miracolose, ai santoni dell’ultimo minuto o al fatto che Benigni sia ancora un grande comico.

Ecco perché mi piace non solo ascoltare le storie, ma anche scriverle, per analizzarmi continuamente, esaminare profondamente la realtà senza ingoiarmela d’un fiato e anche per nascondere a me stesso l’insano desiderio di acquistare l’Ipad, che però, ora che l’ho visto da vicino, un po’ lo invidio a chi ce l’ha.

Comunque alla fine ho spinto perché comprasse quello con la cover bianca, che di robe nere ne abbiamo già troppe che ci volano sulla testa.

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Immagine tratta da giulialandi.blogspot.com

3 pensieri su “Ipad, Grandi Rifiuti e suggestioni

  1. Che la commessa si muova come una bandiera al vento mi sembra piuttosto ovvio. Mi chiedo invece perché affidarsi a lei quando la tua amica, essendosi già “accuratamente informata” (giustamente, aggiungo io) ben prima di entrare, sapeva già perfettamente cosa voleva. Per estensione, il concetto è applicabile a tutti gli altri esempi che hai fatto, ognuno di noi è libero di formarsi un’opinione personale “perdendo” tempo a documentarsi con fonti più o meno attendibili oppure di lasciarsi convincere dalla pubblicità e dalla TV di regime.
    E comunque, mela forever 😀 … detto da una che fa un lavoro tecnologicissimo da oltre vent’anni e gira con un iPhone 4S/iPad 4 che fanno ancora egregiamente il loro mestiere.

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