Mi trasferii a Torino nel 2003, ormai undici anni fa. Proveniente dalla provincia, mi trovai immerso in una realtà molto diversa da quella in cui ero nato.
La mia città, Ivrea, un tempo gloriosa grazie al genio di due uomini liberi, visionari e straordinariamente umani era ormai lo spettro di se stessa.
Andai a vivere in un piccolo alloggio fatiscente, le cui vetuste tubature erano dominio incontrastato di scarafaggi che di notte gironzolavano per casa. In quell’alloggio conobbi la mia solitudine, spezzata dai rumori che provenivano al di là della parete che divideva il mio alloggio da quello dei vicini. La sera, ascoltavo le loro discussioni e i loro litigi ed è in quel contesto che nacque l’idea di scrivere “I racconti della porta accanto”.
La storia narra di un provinciale con la passione per la scrittura che si trasferisce in una grande città e decide di donare anonimamente le sue storie alla bambina che abita accanto al suo alloggio. Un atto in parte generoso e in parte interessato. Poter ascoltare la lettura dei suoi racconti senza essere scorto diventa l’obiettivo del protagonista.
Sullo sfondo, nel frattempo, si svolge una trama ricca di misteri, colpi di scena, personaggi curiosi e una storia d’amore (o di qualcosa simile all’amore).
In questo libro sono condensati gli ultimi dieci anni della mia vita, le mie vittorie e le mie sconfitte, i miei momenti di esultanza e quelli di disperazione.
Il mio desiderio è che lo possano leggere quante più persone possibili, il prezzo è quello del caffè che mi offrirete virtualmente.